Digitalizzazione per le imprese italiane: cambiare o estinguersi?
Cambiare o morire.
In Italia c’è un grandissimo bisogno di alfabetizzazione digitale, che non significa imparare ad usare un computer.
Analogico e digitale sono due modi di affrontare il futuro, come una volta poteva essere la stampa con gli amanuensi.
Analogico è il paradigma del vecchio modo di pensare, mentre oggi tutto è diventato digitale: le foto, la radio, la televisione, i film…
Il digitale è ormai ovunque: circonda anche la vita dei soggetti che sono ancora analogici, senza che spesso se ne rendano conto.
Il problema più grande che vive attualmente il nostro Paese è il divario culturale, soprattutto nelle imprese e nella politica.
Molte imprese italiane sono in estremo ritardo, e non si rendono conto di ciò che sta accadendo: pensano ancora alla Rete globale come una forma di pubblicità, e non comprendono i concetti fondamentali del digitale, che richiedono una visione diversa del business.
L’esempio di Kodak è illuminante: pur avendo inventato la fotografia digitale, per paura di distruggere il mercato della pellicola (di cui deteneva il monopolio) non sfruttò il digitale, concedendo così ad altri il primato e determinando in tal modo il proprio fallimento.
Non stiamo dicendo che la promozione via Internet non possa risultare utile, ma che la mancanza di una visione strategica delle attività nel mondo digitale porta le aziende a non sapere come sfruttare questa opportunità.
Gli imprenditori si muovono nel digitale a tentoni, non sono preparati, continuano a procedere per tentativi e investono risorse economiche senza ottenere nessun ritorno, alimentando così la loro insoddisfazione verso il digitale.
Come ripetiamo spesso, fare esperimenti senza cognizione di causa in questo settore è un ottimo modo per sprecare denaro.
Le richieste di molti imprenditori si limitano a costruire un sito web: ma investire nella Rete significa progettare nuovi paradigmi abbandonando i vecchi concetti di business per reinventare la propria attività, e tutto questo non si ottiene semplicemente creando un sito web.
Investire nella Rete vuol dire evolvere nel digitale: cambiare concetti, aspettative, e modificare il modo di affrontare il business.
Un esempio su tutti è Uber, che dalla lontana California ha modificato completamente il mondo del noleggio con conducente, mettendo in crisi modelli di business consolidati come il Taxi.
Il modo del business conta innumerevoli realtà che hanno radicalmente modificato il modo di fruire prodotti e servizi senza paura perché, come disse Steve Jobs, “se non ti cannibalizzi da solo, lo farà qualcun altro!”.
I settori che in Italia potrebbero evolversi verso nuovi modelli di business sono moltissimi, ma il cambiamento deve essere radicale perché le rendite di posizione sono finite: nel mercato digitale e globale non esistono licenze e autorizzazioni.
Consideriamo l’esempio citato da Marco Camisani Calzolari, professionista digitale per eccellenza: “oggi i concorrenti di chi affitta casa non sono le altre agenzie, ma qualche azienda californiana che sta mettendo le case di tutti nel Web.”
I responsabili delle PMI italiane non sono consapevoli di ciò che accade intorno a loro, e non fanno nessuno sforzo per informarsi e formarsi.
Pur in crisi, cercano di tirare a campare aggrappandosi al micidiale concetto che “se fino ad oggi ha funzionato così, perché cambiare?”.
Eppure, anche Albert Einstein dichiarava “follia è fare sempre la stessa cosa e aspettarsi risultati diversi”.
Un professore di Economia d Padova amava raccontare un aneddoto sulle cererie alquanto… illuminante!
Quando iniziò a diffondersi l’uso della lampadine elettriche, molte cererie continuarono a produrre candele per illuminazione, sicure che il modo di illuminare le case non sarebbe mai cambiato e che la lampadina non avrebbe mai avuto successo.
Come era immaginabile, la maggior parte di loro fallirono e chiusero.
Tuttavia, anni dopo alcuni imprenditori pensarono che il calore ed il piacere che offre una candela profumata potesse essere ancora apprezzato, e riaprirono le vecchie cererie per produrre candele da arredamento: la candela era rimasta candela, ma era cambiato il modo di concepire il business!
La quasi totalità degli imprenditori italiani pensa ancora di potersela cavare alla meno peggio, e se le cose vanno male sono sempre pronti a dare la colpa alla crisi.
In realtà una crisi dura un anno, due anni, tre anni… ma al quarto anno bisogna pensare che la crisi non centra più, e che è cambiato il mercato!
Il valore imprenditoriale in Italia non manca, ma purtroppo non viene espresso: troppo spesso si pensa di risolvere la situazione semplicemente facendo un nuovo sito web o una pagina Facebook, mentre l’attività online deve diventare un vero e proprio Progetto Web per poter funzionare.
Nel mondo digitale molti servizi sono disponibili anche gratuitamente, ma solo pochi ne sono a conoscenza e ancor meno li utilizzano.
Ad esempio quando durante i nostri corsi chiediamo chi conosce e usa Google Trends, Google Alert o il comando “site:”, pochissimi alzano la mano e solo perché ne hanno sentito parlare.
Si fa un gran parlare di social network, ma quanti sanno veramente come sfruttarli a proprio vantaggio?
L’evoluzione naturale ci insegna che bisogna evolversi per non estinguersi: chi è pronto a rischiare di scomparire?
L’Italia, pur con le sue indiscusse valenze produttive e turistiche, è ancora veramente lontana dal mondo digitale, ma se non vogliamo perdere la competizione con gli altri Paesi deve assolutamente cambiare la mentalità di chi governa e di chi fa impresa.
In conclusione, tutti devono crearsi una cultura digitale: bisogna leggere, informarsi o frequentare corsi al fine di comprendere al meglio quali siano le opportunità offerte da queste nuove tecnologie.
Ad Maiora!