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A/B testing: come segmentare il pubblico per risultati che contano
Perché senza una buona segmentazione, l’A/B test è solo un lancio di dadi
Un A/B testing fatto su un pubblico indefinito è come confrontare mele con pere. I risultati? Inaffidabili. Il cuore di ogni ab test efficace è nella segmentazione: scegliere con attenzione chi partecipa al test significa ottenere dati significativi, non solo numeri.
Un test A/B senza pubblico ben definito è come un sondaggio fatto in una stazione dei treni: magari interessante, ma difficilmente utile. Segmentare permette di isolare le variabili e dare un senso ai risultati.
A/B testing: come definire il pubblico giusto con criteri chiari
Per creare un test A/B solido, devi partire da una domanda precisa: chi sono le persone che vuoi raggiungere? Le opzioni sono tante, ma i criteri più usati includono:
Demografici: età, genere, localizzazione geografica
Comportamentali: frequenza d’acquisto, tempo sul sito, canale d’ingresso
Psicografici: valori, bisogni, motivazioni
Tecnologici: tipo di dispositivo, sistema operativo, browser
Usa strumenti come Google Analytics, Hotjar, CRM e i segmenti avanzati in nei social e su Google per costruire audience coerenti e pronte al test.
Come creare due pubblici comparabili e distinti in un ab test
Uno degli errori più comuni nei test ab è mettere a confronto due gruppi troppo diversi o non controllare le sovrapposizioni. Per evitare distorsioni:
Usa lo split casuale se il tuo database è già ben targettizzato
Seleziona cluster omogenei, poi randomizza all’interno
Mantieni dimensioni simili nei due gruppi
Isola il test da altri fattori (promozioni, eventi esterni)
Obiettivo: avere due gruppi diversi solo per la variabile testata, non per il resto.
Esempi concreti di ab testing con segmentazione efficace
Caso B2C: e-commerce fashion
Target: donne 25-34 anni, che hanno acquistato negli ultimi 30 giorni.
Test: headline emozionale vs headline razionale nella newsletter.
Risultato: il gruppo esposto alla headline emozionale ha avuto un +18% di CTR. Il dato è rilevante perché il segmento è omogeneo per interesse e comportamento.
Caso B2B: software gestionale
Target: manager PMI in ambito amministrativo, clienti attivi da <6 mesi.
Test: versione landing page con video tutorial vs senza.
Risultato: +27% di conversioni nel gruppo con video. Grazie alla segmentazione per ciclo di vita del cliente, il risultato è stato chiaro e replicabile.
Errori comuni nei test A/B (e come evitarli)
Target troppo ampio o vago: dati inutili, lettura impossibile
Pubblici non isolati: contaminazioni da altri test o eventi
Campione troppo piccolo: risultati non statisticamente rilevanti
Variabili multiple insieme: impossibile sapere cosa ha funzionato
Mancanza di tracking accurato: dati raccolti male = test fallito
Ogni ab testing è solo forte quanto il suo disegno. Senza rigore, è solo un esperimento casuale.
Conclusione: checklist operativa e tool per un A/B testing efficace
Fare A/B testing non significa semplicemente dividere il pubblico in due e osservare cosa succede. Significa costruire un esperimento controllato, dove ogni variabile è pensata, ogni segmento è scelto con criterio e ogni dato viene interpretato nel giusto contesto.
Segmentare con cura non è un dettaglio: è il cuore del processo. Perché i risultati contino davvero, serve un disegno accurato, strumenti adeguati e la capacità di leggere tra le righe dei numeri.
E se vuoi confrontarti su come segmentare meglio il tuo pubblico prima di un test, siamo qui. Nessuna risposta preconfezionata: solo esperienza condivisa e voglia di fare meglio.
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Checklist A/B test efficace
Obiettivo chiaro del test (es. aumento CTR, conversioni, apertura email)
Segmentazione precisa del pubblico
Due varianti distinte ma comparabili (1 sola variabile alla volta)
Campione sufficiente per ogni gruppo
Tracking e strumenti di analisi attivi
