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Influencer AI: tra intrattenimento e strategia di marca
Chi promuove un brand dovrebbe essere autentico. Ma cosa succede quando l’influencer non esiste? Benvenuti nel mondo degli AI influencer, modelli generati dall’intelligenza artificiale che stanno ridefinendo il rapporto tra narrazione, marketing e fiducia.
Cosa sono gli influencer AI
Sono identità digitali create artificialmente, spesso indistinguibili da persone reali. Non dormono, non sbagliano, non invecchiano. Alcuni sono totalmente virtuali, altri ibridi (un team umano ne guida la voce, ma l’aspetto e la presenza online sono generati dall’intelligenza artificiale).
Dietro ogni AI influencer c’è una regia: brand, agenzie creative o start-up tech. L’obiettivo? Costruire una presenza digitale coerente, modellata sulle aspettative del pubblico e sugli obiettivi aziendali.
Come funzionano
La tecnologia dietro un influencer AI unisce intelligenza generale generativa (per immagini e video) e modelli linguistici (per la voce e i testi).
Visual: si parte da avatar 3D o immagini fotorealistiche create da strumenti come l’app mobile YouCam AI Pro, che offre strumenti avanzati per generare immagini AI.
Voice e tone of voice: modelli come ElevenLabs permettono di sviluppare una comunicazione credibile, customizzata per tono, lessico e valori.
Comportamento: i contenuti sono pianificati, sceneggiati e testati. Niente è lasciato al caso.
Il risultato? Influencer virtuali che possono rispondere, raccontare storie, partecipare a eventi virtuali e collaborare con brand in modo del tutto programmabile.
Perché attraggono i brand
Le aziende scelgono gli AI influencer per motivi molto concreti:
Controllo totale sulla comunicazione: nessun rischio di dichiarazioni fuori luogo o comportamenti imprevedibili.
Coerenza narrativa: ogni parola, ogni immagine è parte di una strategia.
Scalabilità: possono produrre contenuti 24/7, in qualsiasi lingua, senza logistica.
Costi e tempi sotto controllo: niente shooting, voli, richieste dell’agente.
Basso rischio reputazionale: nessun passato compromettente da scandagliare.
In pratica, un testimonial perfetto per la brand identity. Ma… non umano.
Esempi e trend emergenti
Lil Miquela
Creata dalla startup Brud, Lil Miquela è un’adolescente virtuale con quasi 2,5 milioni di follower. Ha collaborato, tra le altre, con BMW. Parla di moda, diritti civili e relazioni. Tutto programmato e coerente.
Noonoouri
È un’avatar digitale con uno stile distintivo, una voce delicata e una forte identità visiva. Collabora con due mondi quali la moda e la musica.
Questi esempi mostrano come gli influencer virtuali non siano una moda passeggera, ma un canale di comunicazione strategico che apre nuove frontiere per il branding.
Implicazioni etiche e fiducia
Dietro l’efficienza c’è una domanda aperta: può esistere fiducia senza autenticità?
Seguire un influencer AI significa credere in un’identità fittizia, senza vita propria. È una fiducia “programmata” o è solo un’estensione del linguaggio pubblicitario?
Le aziende devono riflettere su:
Trasparenza: va dichiarato che si tratta di un’entità artificiale.
Etica narrativa: se l’intelligenza artificiale parla di temi delicati, chi se ne assume la responsabilità?
Ruolo umano: è giusto sostituire voci reali con avatar sintetici, anche per cause sociali?
In un’epoca di overload informativo, la fiducia si costruisce sulla chiarezza, non sull’illusione.
Influencer AI: moda o strategia?
Gli AI influencer non sono una provocazione futuristica. Sono già qui, attivi, rilevanti. Per le aziende, rappresentano una leva potente di comunicazione, se usata con visione e senso critico.
Chi lavora nel marketing non può ignorarli. Ma nemmeno abbracciarli acriticamente. L’intelligenza artificiale non sostituisce la verità. Ma può raccontarla in modi nuovi.
📌 Checklist: cosa sapere sugli influencer AI
Sono identità digitali create e gestite da team umani o brand.
Funzionano tramite AI generativa per immagini e testi.
Offrono controllo, coerenza e scalabilità nei contenuti.
Collaborano con grandi marchi in diversi ambiti e contesti.
Sollevano questioni etiche e di fiducia nella comunicazione.